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Visualizzazione dei post da 2018

Il modello sismotettonico e sismogenetico del sistema estensionale della val Tiberina-Gubbio

L'area della Val Tiberina-Gubbio è rappresentata geograficamente dal Bacino Tiberino e quello di Gubbio che sono l'espressione geologica di “conche intermontane” che ospitano al loro interno i sedimenti quaternari. Questi bacini sono limitati ai bordi da faglie principali di importanza regionale come la faglia Tiberina e le sua faglie secondarie come quella di Gubbio, antitetica alla precedente. L'analisi dei dati sismologici relativi ai terremoti di bassa magnitudo, fornisce informazioni utili sul contesto sismotettonico e sismogenetico, nonché i sui processi sismici che generano le sequenze sismiche e i forti terremoti associati. Un recente studio analizza i dati sismici della sequenza del 1984 e la sismicità del periodo 2010-2015, al fine di ottenere informazioni sull'attività sismotettonica e sismogenetica dell'area studiata. La faglia Tiberina che rappresenta una superficie di scollamento a basso angolo di importanza regionale, soggetta in parte a creep lun

The transpressive deformation zone of the Ranzano Formation along the River Secchia near Castellarano (Northern Apennines)

Abstract This article deals with the geological-structural analysis of the rock outcrops along the River Secchia near Castellarano (northern Italy). The outcrops studied belong to the Ranzano Formation (Epiligurian Succession), which in this area represents the lower part of the arenaceous-onglomeratic facies of the Val Pessola Member. From a tectonic viewpoint, the outcrops are located within an area comprised between the Viano syncline to the west and the Montegibbio monocline to the east. The brittle tectonic structures are found along a fault system where the eastern block is lifted compared with the lower western block (Viano syncline). Geological-structural survey of the area allowed the presence of structures, known as deformation bands, to be recognised. They are small millimetre-scale faults present in arenaceous rock types, where fracturing of the grains takes place by shearing. During the survey, structures of different mesofaults were also identifed and grouped together i

The 2016 central Italy seismic sequence and the “Castelluccio-Amatrice” low-angle normal fault

Abstract The 2016 central Italy earthquake sequence, which started on 24th August with a Mw 6.0 event, was followed by numerous aftershocks located southeast and northwest of the epicentre. The hypocenters deepened progressively from SW to NE, followed by a marked depth increase in the easternmost areas. In this sector of the Apennines, the fault plane solutions for the main events consist of a NE-SW trending active extension normal faulting, as described by several authors. Through the analysis of the central Italy seismic sequence, a geometric model of regional detachment, characterised by a NE-dipping low-angle plane with normal kinematics, is proposed. This seismotectonic model shows the same features as in the Tiber valley, where the extensional fault system is characterised by a NE-dipping low-angle “Casteluccio-Amatrice” detachment with SW-dipping master faults, antithetical to the previous one. Riassunto La sequenza sismica dell’Italia centrale del 2016 e la faglia no

Camminando sulla spiaggia in compagnia del geologo

Le vacanze di un geologo sono un momento per rilassare i muscoli, ma anche per osservare il paesaggio che ci circonda e cogliere gli aspetti della natura geologica. Una versa “deformazione professionale” che però mantiene una chiara lettura del territorio circostante, sottolineando come la nostra Terra sia viva e in continua evoluzione, e noi siamo parte integrante della sua crescita e del suo cambiamento. Durante la passeggiata lungo la battigia è inevitabile non soffermarsi su alcuni particolari che solo l’occhio di un geologo può cogliere. La spiaggia diventa un vero laboratorio di sedimentologia dove osservare i processi del passato, presente e del futuro. Non solo si osservano le conchiglie, che i miei figli raccolgono e con tanto entusiasmo mi chiedono “cosa sono?”, ma soprattutto gli aspetti della spiaggia che a molti risulta come “immagine immobile e immutabile”. Al geologo prendono forma scenari (ipotetici ma sempre legati ai dati osservati a disposizione) dell’evoluzione

Sismicità della zona di Pievepelago e la Faglia della Fola

Fig. 1 - distribuzione della sismicità nella zona di Pievepelago. A margine il meccanismo focale distensivo dell'evento di M 3.6 In data 01 Luglio 2018 si verifica un terremoto di M 3.6 nella zona tra Pievepelago [1] e Sasso Tignoso sull’Appennino Tosco-Emiliano, in Provincia di Modena (fig. 1). Nei giorni successivi si sviluppano altri eventi sismici con una magnitudo inferiore a quello precedente (fig. 2). Il numero di eventi e la magnitudo diminuisce nel tempo. Fig. 2 - distribuzione della sismicità nel tempo Analizzando la distribuzione degli ipocentri (fig. 3) lungo la sezione A-A’, si nota come siano distribuiti lungo un piano inclinato verso SW. Tale piano rappresenta quello della faglia che ha generato la sismicità dell’area, mentre dal meccanismo focale dell’evento di M 3.6, si ricava una cinematica normale (fig. 1) della sorgente sismogenetica. Fig. 3 - sezione A-A' della fig. 1. Distribuzione degli ipocentri. Posizione della Faglia della Fola

Neapolitan Volcanoes, il libro dedicato ai tre vulcani della Campania

Una guida per approfondire i principali temi legati all’evoluzione geologica, alla storia dei vulcani attivi napoletani e all’influenza che questi hanno sulle popolazioni locali sin dall’epoca preromana. “Neapolitan Volcanoes. A Trip Around Vesuvius, Campi Flegrei and Ischia”, di Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (OV - INGV), edito dalla Springer è un testo, in lingua inglese, per appassionati di vulcanologia che affronta molteplici aspetti legati ai tre vulcani attivi della Campania,  il Vesuvio, i Campi Flegrei e l’Isola d’Ischia, spaziando dalla gestione del rischio in aree a elevata urbanizzazione a preziose indicazioni sui principali siti da visitare, per il loro interesse di carattere vulcanologico, storico e paesaggistico.  Tema centrale di “Neapolitan Volcanoes”, la vulcanologia, con particolare riferimento, nella parte introduttiva, allo sviluppo di questa disciplina nell’ambito della scuola parteno

Faglie: esempi dal rilevamento geologico

Una faglia è una frattura avvenuta entro un volume di roccia della crosta terrestre che mostra evidenze di movimento relativo tra le due masse rocciose da essa divise. La superficie lungo cui si è verificata la frattura si chiama superficie di faglia oppure piano di faglia, o anche specchio di faglia. Le rocce in prossimità di una faglia risultano spesso intensamente frantumate e si parla in questo caso di rocce di faglia quali le cataclasiti o le miloniti. L'energia rilasciata dopo il movimento lungo il piano di faglia è la causa della maggior parte dei terremoti. Per la tipologia di faglie si rimanda al link . Alcuni esempi di faglie Faglia inversa listrica con linea rossa e strati piegati con linea verde. Specchio di faglia trascorrente destra (Appennino Emiliano). Faglie normali o dirette (f1) che separano la stratificazione (So) e successivo sovrascorrimento (f2). Faglia inversa. All'interno dell'area evidenziata dalle linee rosse, roccia di fa

Articolo sul Resto del Carlino, Ascoli del 2017 - Un anno fa la scossa choc di 6.5, "riusciremo a prevedere i Terremoti"

da: Resto del Carlino Ascoli del 31/10/2017

Faglia e tipologia

Per definizione una faglia è una " frattura (planare o non planare) avvenuta entro un volume di roccia della crosta terrestre che mostra evidenze di movimento relativo tra le i due blocchi di roccia che divide ". La superficie più o meno inclinata lungo la quale avviene il movimento dei due blocchi di roccia è il piano di faglia. I due blocchi vengono chiamati "tetto" se si trova al di sopra del piano di faglia e "letto" se si trova al di sotto del piano di faglia. In base ai movimenti di un blocco di roccia rispetto all'altro avremo differenti tipi di faglie. Faglia normale o diretta In questo tipo di faglia, c'è uno scivolamento verso il basso del blocco roccioso di tetto rispetto a quello di letto. Questo tipo di faglia si trova in aree caratterizzate da estensione crostale (i due blocchi di roccia si allontanano l'uno rispetto all'altro). Faglia inversa In questo tipo di faglia, il blocco roccioso di tetto sale rispetto

Presentazione del libro "L'Origine del lago di Como, degli altri Laghi Prealpini e della Pianura Padana".

Già da qualche decennio è stato appurato che i nostri grandi laghi prealpini, diversamente da quanto veniva insegnato fin dalla fine dell’800, non sono stati scavati dai ghiacciai, bensì da fiumi che scorrevano prima delle glaciazioni e nei periodi caldi tra le stesse. Ma scoprire che le celeberrime “valli glaciali a U" in realtà non esistono, o che il cosiddetto anfiteatro morenico della Brianza non è affatto formato da morene, oltre ai curiosi di geologia lascerà spiazzato anche più di un addetto ai lavori. Sono solo alcune delle affermazioni, documentate in modo scientificamente ineccepibile, che rendono affascinante la lettura di un volume edito in questi giorni dall’associazione culturale “Luigi Scanagatta” di Varenna: “L’origine del Lago di Como, degli altri laghi prealpini e della Pianura Padana”, opera di un eminente geologo scomparso nel novembre 2016 a Mandello, il prof. Gian Clemente Parea, già docente all’Università di Modena e socio della “Scanagatta”, che nel tes

Le Alpi si sono formate in seguito all’affioramento causato da uno "scarico di zavorra" anziché da una compressione

Tratto da:  Servizio Sismico Svizzero (SED) - ETH di Zurigo Le rocce alpine sono diventate una catena montuosa perché si sono staccate dal pesante strato sottostante la placca europea interessata dal fenomeno della subduzione. È questa la teoria proposta da E. Kissling dell’Istituto di Geofisica dell’ETH di Zurigo e da F. Schlunegger dell’Istituto di geologia dell’Università di Berna nel loro nuovo modello di formazione delle Alpi pubblicato di recente. Le ipotesi avanzate finora partivano dal presupposto che le Alpi si fossero formate in seguito alla compressione tra la placca adriatica a sud e la placca europea a nord. Tuttavia, numerosi dati geofisici e geologici più recenti contraddicono il vecchio modello "bulldozer". La parte più rigida del pianeta Terra, denominata litosfera, è frammentata in una serie di placche che galleggiano sul sottostante mantello viscoso come delle zattere. Queste placche sono formate da due strati, la crosta superiore e la cosiddetta

Sismicità Massa Martana in relazione al quadro sismotettonico regionale

In data 18/04/2018 si è attivato uno piccolo sciame (swarm) in zona Massa Martana, dove l'evento di maggiore magnitudo è rappresentato da un terremoto di M 2.9 [1] e il successivo. Lo sciame visibile in sezione lungo la traccia A-A' evidenzia come la sismicità sia abbastanza continua tra i due sciami e probabilmente legata ad una superficie di scollamento regionale (detachment) che prende parte al processo sismogenetico e tettonico dell'area. Nella zona è ampiamente documentata la presenza di un detachment di importanza regionale denominato faglia Tiberina [2] che insieme alle altre faglie rappresentano un sistema estensionale importante nel quadro geologico della catena appenninica Dallo studio della sismicità storica si evidenzia come la faglia altotiberina può produrre sismicità di bassa magnitudo (M<3.0) o si muove per creep (asismico). La sismicità di maggiore magnitudo è legata alle faglie ad alto angolo (Gubbio, Norcia, Vettore-Bove) c

Le sequenze sismiche e loro classificazione

Fig. 1 - distribuzione della sismicità a scala globale I terremoti non sono degli eventi isolati, ma mostrano una spiccata tendenza a raggrupparsi nello spazio e nel tempo. Si è visto che la teoria della tettonica a zolle fornisce una spiegazione sufficientemente plausibile dell’addensamento spaziale degli ipocentri, interpretando le aree a maggiore sismicità come le zone di contatto tra le diverse placche (fig. 1).  Generalmente un forte terremoto è accompagnato da altri eventi di magnitudo inferiore: alcuni di questi sismi possono precedere, mentre molti altri seguono la scossa principale. Il terremoto di maggiore magnitudo prende il nome di evento principale ( mainshock ) quelle che talvolta lo precedono si chiamano eventi precursori ( foreshocks ), mentre quelle che seguono sono chiamate repliche ( aftershocks ). L’insieme di questi terremoti costituiscono quello che viene chiamato sequenza sismica. I foreschocks sono eventi magnitudo più piccola e che in alcuni c

Evento di Mw 4.7 zona Muccia

Nella mattinata del 10 Aprile 2018 si è verificato un terremoto di Mw 4.7 nella zona di Muccia [1], in corrispondenza dello sciame sismico incominciato nei giorni scorsi [2]. L'analisi preliminare dei dati nel periodo Marzo-Aprile 2018 hanno permesso di ricavare la sezione della distribuzione ipocentrale (fig. 1), da cui è possibile ricavare informazioni sul terremoto di Mw 4.7 e sulla sismotettonica dell'area. Lo sciame di Muccia è localizzato nella zona settentrionale della lunga sequenza sismica dell'Italia centrale, e con molta probabilità in risposta alla propagazione verso nord dello stress generato dai terremoti principali della sequenza stessa [3].   Fig. 1 - Sezione della distribuzione degli ipocentri I due eventi di M > 4.0 accaduti il 04 e il 10 Aprile 2018, si collocano all'interno del dilated wedge . Inoltre la distribuzione degli ipocentri evidenzia la geometria delle principali strutture. Si evidenzia la presenza di uno scollamento ( de