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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Terremoti, ambienti tettonici e faglie regionali

La posizione geografica degli epicentri di terremoti registrati in tutto il mondo a partire dal 1976 (Fig. 1), evidenzia la loro distribuzione secondo delle fasce che segnano i più importanti margini di placca. I meccanismi di faglia dei terremoti lungo queste fasce, sono coerenti con il tipo di faglie che corrono lungo tali margini (Fig. 2).  Fig. 1 - Carta globale dell'attività sismica dal gennaio 1976 a ottobre 2013. Ogni punto rappresenta un terremoto di magnitudo maggiore di 5. I colori indicano la profondità dell'ipocentro. Si noti la concentrazione di terremoti lungo i margini tra le principali placche litosferiche. Margini Divergenti Le strette fasce di terremoti poco profondi che corrono lungo i bacini oceanici coincidono con le creste delle dorsali oceaniche e con i settori di faglie trasformi che collegano i singoli tratti di dorsale . Il meccanismo di faglia dei terremoti lungo le creste delle dorsali, rilevato dall'analisi dei dati sismo

Paleogeografia e tettonica dell'area mediterranea: le Alpi e gli Appennini

La storia paleogeografica della catena montuosa Alpina e Appenninica è legata alla storia geologica e tettonica di un'area rappresentata dal bacino marino del Mediterraneo. Le Alpi e gli Appennini sono due catene montuose costituite da falde tettoniche di ricoprimento delimitate alla base da faglie inverse e sovrascorrimenti. Tali strutture sono dovute alla collisione delle placche tettoniche Europa e Africa che hanno formato un piano di subduzione di crosta oceanica e la formazione di una sutura rappresentata dalla catena Alpino-Appenninico. Le Alpi si sono formate dallo scontro della placca continentale Euroasiatica a nord e quella Africana a sud. Gli Appennini, invece, si sono formati dalla collisione della placca Adria (microplacca che inizialmente era connessa a quella africana) e quella europea. In questo quadro paleogeografico in continuo mutamento, si è sviluppata la vita con numerose forme di organismi sempre più specializzati, con estinzioni di massa ed esplosioni di v

La tettonica delle placche nel Paleozoico

Per il Mesozoico e il Cenozoico (da 250 Ma fa ad oggi) è possibile costruire carte paleogeografiche facendo combinare i margini continentali o le lineazioni magnetiche della stessa età sui due lati di una dorsale oceanica. La posizione dei paleopoli può essere calcolata dalle misurazioni paleomagnetiche, quindi l'unica incognita in queste ricostruzioni è rappresentato dal meridiano di longitudine zero. Queste tecniche non possono essere usate per le ricostruzioni anteriori al Mesozoicoperchè manca la crosta oceanica in situ di quell'età. L'esistenza dei meccanismi della tettonica a placche è ben documentata nelle rocce Paleozoiche (da 541 a 250 Ma fa), dalla conservazione di litosfera oceanica in complessi ofiolitici, dalla presenza di fasce orogenetiche che caratterizzano antiche catene montuose di tipo hymalayano in corrispondenza delle suture tra continenti entrati in collisione e dalle evidenze relative alle passate distribuzioni della flora e della fauna. L'

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro