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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019

Il Mount Saint Helens: pericoloso ma prevedibile

Fig. 1 - Il Mount Saint Helens, un vulcano andesitico nel sudovest dello Stato di Washington, prima (a), durante (b) e dopo (c) l'eruzione del 1980. Nella foto in basso (c) è possibile vedere il fianco settentrionale collassato e il domo centrale. Il Mount Saint Helens, nella Cascade Range, nel Nordovest, è il vulcano più attivo ed esplosivo degli Stati Uniti d'America (Fig. 1). I suoi 4500 anni di storie documentata comprendono colate laviche distruttive, roventi colate piroclastiche, lahar e ricaduta di ceneri a grandi distanze. A partire dal 20 marzo 1980 una serie di sismi sotto il vulcano, da piccoli a modesti, segnalò l'inizio di una nuova fase eruttiva, dopo 123 anni di quiescenza. I sismi indussero l' U.S. Geological Survey a dichiarare un formale "stato di allarme". Una settimana dopo si produsse la prima emissione di ceneri e di vapore acque da un nuovo cratere, apertosi sulla sommità del monte. Nel mede di aprile i terremoti aumentarono,

La "pietra dello Tsunami" del villaggio di Aneyoshi

Su di una collina lungo la costa della regione Tohoku, nel Honshu nord- orientale, nel villaggio di pescatori di Aneyodhi, si trova una pietra monumentale di età incerta, con una iscrizione in caratteri giapponesi che recita: Le dimore poste in alto sono la pace e l'armonia dei nostri discendenti. Ricordate la calamità dei grandi tsunami. Non costruite alcuna casa al di sotto di questo punto   Aneyoshi, oggi parte della città di Miyako, era un tempo un tempo localizzata sul mare, dove i pescatori ormeggiavano le loro barche, ma solo quattro dei suoi residenti sopravvissero  allo tsunami del 1896 e solo due sopravvissero allo tsunami del 1933. La pietra ricorda alle persone perchè ora vivono su terreni a quote più alte. La storia è diventata profezia alle ore 2:46 del pomeriggio, l'11 marzo del 2011, quando il piano di sovrascorrimento sottomarino, che corre a largo delle coste orientali del Giappone e che separa la Placca Euroasiatica (sulla quale si trova il Giappon

Auguri di buone feste 2019

Auguro buone Feste per questo Natale e  l'anno nuovo 2020 che verrà.

Sismicità del Bacino del Mugello

E’ noto da tempo che l’area del Bacino del Mugello risulta una delle più attive sismicamente dell’Appennino Settentrionale (Fig. 1).  Molti sono i cataloghi, disponibili anche in rete, nei quali è documentata la sismicità sia recente che storica della zona. Gli ipocentri dei terremoti superano raramente i 14 km di profondità, e molto frequentemente sono al di sopra dei 5 km. L’origine di parte della sismicità è quindi da ricercarsi in strutture all’interno della copertura. In genere si tratta di sismicità a bassa magnitudo, normalmente inferiore a 4.0 anche se, per alcuni terremoti storici è stata calcolata una magnitudo anche superiore a 6.0. I meccanismi focali reperibili in letteratura, che interessano la zona del Mugello sono in prevalenza di tipo distensivo, ma sono presenti anche alcuni meccanismi di tipo compressivo e trascorrente (Fig. 1). Fig. 1 - Distribuzione della sismitotà storica e dalla rete sismica Nazionela dell’area del Mugello. Sono riportati i meccani