Passa ai contenuti principali

Neapolitan Volcanoes, il libro dedicato ai tre vulcani della Campania


Una guida per approfondire i principali temi legati all’evoluzione geologica, alla storia dei vulcani attivi napoletani e all’influenza che questi hanno sulle popolazioni locali sin dall’epoca preromana. “Neapolitan Volcanoes. A Trip Around Vesuvius, Campi Flegrei and Ischia”, di Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (OV - INGV), edito dalla Springer è un testo, in lingua inglese, per appassionati di vulcanologia che affronta molteplici aspetti legati ai tre vulcani attivi della Campania,  il Vesuvio, i Campi Flegrei e l’Isola d’Ischia, spaziando dalla gestione del rischio in aree a elevata urbanizzazione a preziose indicazioni sui principali siti da visitare, per il loro interesse di carattere vulcanologico, storico e paesaggistico. 
Tema centrale di “Neapolitan Volcanoes”, la vulcanologia, con particolare riferimento, nella parte introduttiva, allo sviluppo di questa disciplina nell’ambito della scuola partenopea. 
Il libro si sviluppa in tre capitoli: “Volcanic Activity and Processes”, in cui si parte dalla descrizione del paesaggio della Campania e dei processi geodinamici che lo hanno generato, con particolare riferimento al distretto vulcanico partenopeo, per arrivare poi a esporre l’attività del Vesuvio, dei Campi Flegrei e dell’Isola d’Ischia; “Volcanoes and Human Settlements” dove viene descritto lo sviluppo degli insediamenti peri-vulcanici sin dall’epoca preromana, il rapporto delle popolazioni con i vulcani napoletani e la progressiva trasformazione del territorio iniziata dall’epoca moderna; “Volcanoes and Risk”, in cui si affronta il problema del rischio vulcanico nell’area napoletana, della sua gestione, della previsione delle eruzioni e della comunicazione tra comunità scientifica e popolazione esposta al rischio.
“Neapolitan Volcanoes” è corredato da diverse appendici che descrivono, con l’ausilio di immagini e mappe, i principali siti da visitare nel distretto vulcanico napoletano sia per il loro interesse vulcanologico che per il contenuto storico-archeologico. Gran parte delle immagini a corredo del testo sono state scattate da Alessandro Fedele (OV-INGV), utili a una migliore comprensione del paesaggio partenopeo.

Il libro verrà presentato a Napoli in occasione del congresso internazionale “Cities on Volcanoes (CoV 10) - Millenni di stratificazione tra Vita dell’Uomo e Vulcani: strategie per la coesistenza” -   che si terrà dal 2 al 7 settembre, per porre l’attenzione sulla resilienza intrinseca dell’uomo al rischio vulcanico, in una millenaria storia di convivenza con i vulcani.

I contenuti del libro sono consultabili al link:
mentre chi è interessato al suo acquisto può collegarsi al seguente link: https://www.springer.com/book/9783319928760#otherversion=9783319928777 

Commenti

Post popolari in questo blog

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...

La ricerca sulla Faglia Canossa - San Romano e il Terrazzo di Roteglia (2019-2024).

Lo studio sulla Faglia Canossa - San Romano e del Terrazzo di Roteglia ebbe inizio in Autunno del 2018, durante un viaggio in auto. Passando lungo la strada che da Roteglia arriva a Castellarano, giunti alle pendici del M. Pendice, sul lato destro del fiume si osserva il terrazzo del Pigneto con la "Rupe del Pescale". In questo panorama, fu il confronto aperto con un "amico" a guidarmi verso la ricerca e a come la faglia poteva avere giocato un ruolo importate sulla geologia e la geomorfologia dell'area subito a monte, appunto la zona di Roteglia e il suo terrazzo fluviale.   L'idea di partenza era che la Canossa - San Romano potesse essere la faglia che, con il suo movimento distensivo in epoca geologicamente più recente, aveva creato una "barriera" al corso del Fiume Secchia, determinando una sedimentazione differente nell'area più a monte, dove è presente un esteso terrazzo di depositi alluvionali, costituito perlopiù da ghiaia e fango, dove...

Quaternary geology and geological map of the Roteglia Basin within the River Secchia valley (Italy) with evidence for the Canossa-San Romano Fault System and inversion tectonic activity

  [EN] This report and accompanying geological map are the culmination of a several year study on the influence of the Canossa-San Romano normal fault system on Quaternary deposition and geomorphology within the Roteglia Basin (northern Italy). Quaternary sedimentary deposits that flank the River Secchia in the study area have led to new interpretations regarding the timing of tectonic activity along the north-eastern margin of the Apennines and have raised questions regarding regional stratigraphic correlation of Quaternary stratigraphic units. A small depositional basin, named during this study as the Roteglia Basin, has been formed where the Canossa-San Romano Fault System crosses the R. Secchia. This fault system is comprised of the Canossa-San Romano primary fault and two subordinate synthetic faults, named the Border and Argontello Faults. Adjacent to the R. Secchia is a set of three strath terraces, dating from 220 to 22 ka, that were cut by the river as the mountain fr...