Stretta in una morsa fra la grande placca euroasiatica e quella
africana, si è delineata una placca minore che i geofisici hanno
battezzato «blocco siculo-ibleo». Essa comprende gran parte della
Sicilia e dei mari circostanti, fa parte della placca africana, ma ha
una sua dinamica peculiare, ed è responsabile dei grandi terremoti cui
va soggetta la Sicilia. La descrizione di questa unità geodinamica è
merito di un numeroso gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di
geofisica e vulcanologia (Ingv) e delle università di Catania e Napoli,
il cui lavoro sta per essere pubblicato sulla prestigiosa rivista
internazionale Journal of Geophysical Research (Gps velocity and strain fields in Sicily and southern Calabria, Italy: updated geodetic constraints on tectonic block interaction in the central Mediterranean).
Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...
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