Il 6 gennaio 1912, infatti, lo scienziato tedesco Alfred Wegener presentò la teoria della deriva dei continenti, l'idea che poi si modificò e si sviluppò nel modello che sta alla base della moderna geologia: la tettonica a placche.
Nonostante l'apprezzamento della comunità scientifica internazionale, Wegener non vide mai la sua teoria diventare il modello geologico standard, anche perché - occorre dirlo - non riusciva a spiegare nel dettaglio i movimenti di migliaia di chilometri compiuti dai continenti. Fu solo grazie all'introduzione di nuove tecnologie di indagini negli anni Sessanta, come i magnetometri, i sismografi usati come una tomografia della Terra e estese campagne di perforazione dei fondi oceanici, che la tettonica delle zolle soppiantò il modello allora in uso in geologia: la teoria della geosinclinale. Wegener, che non rinunciò mai alle analisi sul campo, morì nel 1930 nel corso di una sfortunata spedizione in Groenlandia durante la quale la temperatura raggiunse i 60 gradi sottozero. Il suo corpo congelato fu trovato sei mesi dopo e seppellito nella neve dove riposa tuttora.
Fonte: Corriere della Sera.
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