Passa ai contenuti principali

Bollettino di Vigilanza Meteo (previsione del 08 dic 2012)


Precipitazioni:
-    diffuse, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su Campania, Basilicata, Calabria e settori settentrionali della Sicilia, con quantitativi cumulati generalmente moderati, fino a puntualmente elevati su Campania meridionale e settori tirrenici di Basilicata e Calabria settentrionale;
-    sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Sardegna, Sicilia e Puglia con quantitativi cumulati puntualmente moderati;
-    diffuse nella notte con fenomeni anche a carattere di rovescio o temporale, in rapido esaurimento dal primo mattino, sul Lazio, con quantitativi cumulati deboli.
Nevicate:
-    fino a quote di pianura nella prima parte della giornata su Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna orientale, in estensione dal pomeriggio a Marche, Umbria e Toscana orientale e successivamente ad Abruzzo e Lazio orientale, con apporti al suolo moderati; inizialmente al di sopra dei 1000-1200 m su Molise e Puglia settentrionale, in progressivo calo fino a quote collinari nel corso del pomeriggio e di pianura in serata specie sui litorali molisani, con apporti al suolo moderati; inizialmente al di sopra dei 1000-1200 m sull’Appennino campano e lucano, in progressivo calo fino a scendere intorno ai 400-600 m in serata, con apporti al suolo moderati; inizialmente al di sopra dei 1200-1400 m sull’Appennino calabrese e sui rilievi della Sicilia, in progressivo calo fino a scendere al di sopra dei 600-800 m in serata, con apporti al suolo moderati.
Visibilità: ridotta durante le precipitazioni nevose.
Temperature: in sensibile diminuzione nei valori serali al centro-sud.
Venti: forti o di burrasca dai quadranti settentrionali sul nord-est, Liguria e regioni centro-meridionali, con raffiche di burrasca forte sui settori adriatici, tirrenici, ionici ed appenninici e sulle isole maggiori.
Mari: da molto agitati a grossi il Mare ed il Canale di Sardegna; da agitati a molto agitati i restanti bacini centro-meridionali; molto mossi i restanti bacini. 


Commenti

Post popolari in questo blog

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasportata viene la

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro