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Visualizzazione dei post da 2015

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasporta...

Terremoto M 3.5 del 20 ottobre 2015

Analizzando la distribuzione dei tre eventi sismici accaduti in emilia (segnati con la stella gialla nella figura): M 2.3 del 20/10/2015 Prof. 5 km; M 3.5 del 20/10/2015 Prof. 7 km; M 2.5 del 26/10/2015 Prof. 7 km; Rispetto alla sequenza sismica dell'Emilia 2012 (segnati con pallini blu per gli eventi 4.0<M<4.9 e le stelle blu per gli eventi M>5.0 in figura) e al catalogo delle sorgenti sismogenetiche [1](identificate le sorgenti composite di Carpi-Poggio Renatico, Finale Emilia-Mirabello e Poggio Rusco-Migliarino). In relazione a questi dati, si evince come gli eventi recenti di ottobre 2015 si collocano in corrispondenza della fascia che ha interessato la sequenza sismica dell'Emilia 2012. Inoltre i tre eventi si collocano entro la sorgente sismogenetica composita denominata Finale Emilia-Mirandola, descritta da altri autori come Faglia Media di Ferrara (segmento occidentale), mentre la sorgente Poggio Rusco-Migliarino viene descritta come Faglia Es...

Campi Flegrei: comunicato dell'Osservatorio Vesuviano

Riporto di seguito il comunicato dell'Osservatorio Vesuviano COMUNICAZIONE DEL DIRETTORE Napoli, 7 Ottobre 2015 ore 11:40 A partire dalle ore 07:20 GMT (9:20 ora locale) è stata registrata attività sismica in forma di sciame nell'area dei Campi Flegrei. Al momento il numero di eventi è di 33. La magnitudo massima è pari a 2.5. L'area interessata dallo sciame è quella di Pisciarelli-Solfatara. da: Osservatorio Vesuviano

Esplorazione geofisica in mare nel rispetto dei suoi abitanti

É possibile svolgere bene e correttamente i rilievi geofisici in mare (air-gun) nel rispetto della fauna ittica che vi abita. Rilievi geofisici che sono utili non solo alla ricerca petrolifera in mare, ma anche a quella scientifica per lo studio delle faglie (principali strutture tettoniche che generano terremoti), di vulcani sottomarini, studi applicativi come quelli per la stesura di fibre ottiche sul fondale marino. Leggi l'articolo--> Geofisica e balene a sud delle Baleari

Relazione tra sismicità ed attività di estrazione di petrolio nella zona di Coalinga (California, USA)

Riassunto: Il terremoto di magnitudo 6.5 Mw del 2 Maggio 1983 si è verificato nei pressi dell’anticlinale attiva di Coalinga (California, USA), dove è presente uno dei principali campi petroliferi in produzione. L’evento principale ha causato una sequenza di assestamento, la cui distribuzione epicentrale coincide approssimativamente con l’area del giacimento. Attraverso questo lavoro si vuole esaminare la struttura della sequenza sismica, al fine di comprendere se il terremoto possa essere stato innescato dalle attività estrattive. Dall’analisi dei dati sismici si evince come lo schema evolutivo della fase di rilascio di energia è del tipo “progressive earthquake”, composto da foreshocks di magnitudo crescente. L’attività sismica dell’area studiata presenta una distribuzione spaziale non casuale ma legata allo stile strutturale dell’area ed all’attività di estrazione di petrolio. La scossa principale è avvenuta su una faglia principale di thust-ramp posta alla base di una piega, me...

Il terremoto de L'Aquila di M 6.1 del 06 aprile 2009 e i suoi precursori sismici

Riassunto: allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non è possibile rispondere con certezza assoluta su dove e quando l’evento sismico distruttivo si verificherà e sulle caratteristiche che avrà. Lo studio seguente, basato sull’analisi delle variazioni spazio-temporali della sequenza sismica de L’Aquila 2009, vuole dimostrare come prima del terremoto erano presenti degli elementi potenzialmente sfruttabili nel breve e brevissimo periodo, al fine di definire la sua evoluzione temporale. L’analisi della struttura della “bomba sismica” associata al terremoto de L’Aquila mostra uno schema gerarchizzato di tipo “ progressive earthquake ”, caratterizzato da un aumento temporale del tasso di sismicità. Inoltre  La focalizzazione dell’evento sismico con il modello sperimentale “Previsio” fornisce un valore coerente con quello del mainshock del 06 aprile 2009. E’ opinione degli Autori che la sismicità rappresenta un potenziale precursore, che oltre a caratterizzare la sequenza,...

La sequenza sismica dell'Emilia 2012: terremoti naturali e attivati

Riassunto: i l 20 maggio e 29 maggio del 2012, nella bassa modenese si sono verificati due eventi sismici rispettivamente di magnitudo 5.8 Mw e 5.6 Mw, causando  una sequenza di scosse di assestamento la cui distribuzione epicentrale si è estesa all'interno dell'area della concessione Mirandola. Ciò ha suggerito una relazione causale tra i due eventi principali del 20 e 29 maggio e la produzione di idrocarburi della concessione. In questo studio viene utilizzato un modello di calcolo sperimentale, attraverso il quale sono stati analizzati i dati ricalcolati, della sismicità strumentale dell'area, ricavati dal catalogo ISIDe dell’INGV, al fine di definire i terremoti naturali e attivati che ricadono nell ’ area del cratere sismico dell ’ Emilia del 2012, dove è presente la concessione Mirandola per la coltivazione di idrocarburi. I risultati ottenuti definiscono il terremoto del 20 ma...

Terremoto di M 3.5 del 15 maggio 2015 e attività antropiche

Il terremoto di M 3.5  in Veneto ricade in una zona esterna alla concessione di stoccaggio Collalto e ancora più esterna rispetto alla concessione Nervesa (fig. 1) dove recentemente vi è stata la perforazione di un secondo pozzo per l'estrazione di gas naturale .  (i) La distanza tra epicentro e concessione di Collato è di circa 8 km, mentre con la concessione Nervesa è di circa 15 km. Figura 1 - Localizzazione del terremoto di M 3.5 del 15 maggio 2015; area della concessione di Collalto; zona approssimativa della concessione Nervesa. (ii) Dalla  mappa della sismicità strumentale  (fig. 2) dal 1977 al 2010 con aggiunto il terremoto più significativo del 2011, si nota come la sismicità strumentale storica sia in una zona limitrofa alla concessione di Collalto e Nervesa.  Figura 2 - Mappa della sismicità strumentale (iii) Al terremoto di M 3.5 sono susseguite diversi eventi di minore energia ( aftershocks), come evidenziato dal Report della Re...

Sciame sismico dell'Appennino Tosco-Emiliano

L'attività sismica dell'Appennino Tosco-Emiliano è concentrata in tre clusters, uno nei pressi di Porretta Terme-Gaggio Montano (PT), uno a Castiglione Dei Pepoli (CP) e uno a nord di Firenzuola (F). Il cluster a nord di Firenzuola è iniziato il 17 Febbraio con una scossa di Ml 3.7, invece quello di Porretta è iniziato il 14 Febbraio, senza scosse rilevanti finora ma con profondità maggiori. Le caratteristiche sismologiche delle sequenze sono quelle degli sciami sismici dell'Appennino. Distribuzione degli epicentri dei tre cluster: PT: Porretta Terme-GaggioMontano; CP: Castiglione dei Pepoli; F: Firenzuola. Meccanismi focali dei principali eventi (elaborato da Emanuele Maiorana). Continua ad essere evidente una sismicità di bassa magnitudo in Appennino Tosco-Emiliano, con una maggiore intensificazione nel cluster PT, come evidenziato dagli eventi di bassa magnitudo del 15 aprile 2015. La distribuzione degli ipocentri del cluster PT va ad approfondirsi in modo g...

Sciame sismico in Appennino Tosco-Emiliano

L'attività sismica dell'Appennino Tosco-Emiliano è concentrata in tre clusters , uno nei pressi di Porretta Terme-Gaggio Montano (PT), uno a Castiglione Dei Pepoli (CP) e uno a nord di Firenzuola (F). Il cluster a nord di Firenzuola è iniziato il 17 Febbraio con una scossa di Ml 3.7, invece quello di Porretta è iniziato il 14 Febbraio, senza scosse rilevanti finora ma con profondità maggiori.  Le caratteristiche sismologiche delle sequenze sono quelle degli sciami sismici dell'Appennino. Attualmente continua ad essere evidente una sismicità di bassa magnitudo in Appennino Tosco-Emiliano, con una maggiore intensificazione nel cluster di Porretta Terme-Gaggio Montano (PT), con una distribuzione degli ipocentri che va ad approfondirsi in modo graduale verso SE (come l' evento di M 2.0 del 01/03/2015 ). gentilmente concessa da Emanuele Maiorana. Nella carta sottostante vengono rappresentati gli eventi storici ricavati dal CPTI11 e i due clusters di Casteglio...

Terremoto M 3.9 in Appennino Bolognese (Toscana-Firenze)

In data 17 febbraio 2015 alle ore 20:42:53 italiane (ora 19:42:53 UTC)  è avvenuto un terremoto di magnitudo 3.9 (Ml) ad una profondità di 7,2 km. L'epicentro è stato localizzato nel distretto sismico: Appennino Bolognese (Toscana-Firenze). Fonte: CNT-INGV ;

Un nucleo più interno della Terra.

Anche se il nucleo più interno della Terra è molto piccolo, ha caratteristiche molto interessanti. Ci può dire come si è formato il nostro pianeta, raccontarci la storia e i processi dinamici. I dati relativi alle onde sismiche che attraversano il centro della Terra, hanno permessi di indagare il centro della Terra, sino al nucleo più interno, e scoprire che questo ne racchiude un secondo, grande la metà.  Studiando l'orientamento delle onde sismiche, i ricercatori si sono accorti che i cristalli di ferro che rivestono il nucleo principale sono allineati diversamente da quelli che rivestono il nucleo più interno: in direzione Nord-Sud i primi e in direzione Est-Ovest i secondi. I dati indicherebbero inoltre che i due nuclei si comportano in modo diverso e l'ipotesi è che potrebbero avere una composizione differente. In queste differenze potrebbe essere la chiave per capire come si è evoluto il pianeta. Fonte: Ansa.it phys.org