Il terremoto di M 4.1 del 02 gennaio 2017 (Cluster di Spoleto, S), può essere messo in relazione alla sequenza sismica dell'Italia centrale (IC), se si considera la tettonica regionale dell'area.
La presenza di un sistema di faglie a basso angolo e NE-immergenti, è testimoniato sia da indagini geofisiche (CROP03) che dalla distribuzione della sismicità. Tale struttura di interesse regionale, viene chiamata faglia Altotiberina (ATF) [Balocchi, 2016].
L'evento di M 4.1 del 02 gennaio 2017 mostra una profondità confrontabile alla geometria della faglia Altotiberina. Il meccanismo focale mostra due piani trascorrenti, uno cinematica destrorsa a direzione antiappenninica e il secondo a cinematica destrorsa e con direzione appenninica. La cinematica dei due piani è compatibile con una direzione di massima tensione NE-SW, e alla cinematica diretta del sistema altotiberino e Vettore-Bove.
L'interpretazione dei dati sismologici inerente ai meccanismi focali della sequenza sismica dell'Italia centrale (IC) e del cluster di Spoleto (S), fanno ipotizzare ad un modello sismotettonico rappresentato da un sistema di faglie a cinematica normale (descritte come sistema Vettore-Bove) responsabile della sismicità in Italia centrale, e un sistema di faglie trascorrenti destrorsa a direzione antiappenninica responsabile della sismicità nel cluster di Spoleto e interpretabile come tear-faults o faglie di strappo (linea o allineamento trasversale alla catena appenninica) che accomodano la differente deformazione nei due blocchi attigui. Il modello è simile a quello già descritto nell'area del Chinati [Balocchi et al., 2016].
La distribuzione della sismicità di bassa magnitudo dell'area Spoleto-Italia centrale, evidenzia una superficie si scollamento basale (detachment), interpretabile come la prosecuzione verso sud della faglia Altotiberina (probabilmente un segmento meridionale limitato a nord da linee trasversali, come quella di Spoleto). Tale superficie rappresenta uno scollamento di importanza regionale che influenza la sismicità delle faglie a direzione appenninica ed immersione opposta come i sistemi delle faglie di Gubbio, Gualdo Tadino, Colfiorito, Norcia, Castelluccio e Vettore-Bove.
[modificato: 07/01/2017 ore 22:51 Italiane]
[modificato: 07/01/2017 ore 22:51 Italiane]
Balocchi P. (2016); Faglia Tiberina e sistema estensionale Umbro-Marchigiano. Scienze-Naturali.it
Balocchi P., Lupoli F.C., Riga G. (2016); La sequenza sismica dei monti del Chianti in Toscana e alcune considerazioni sulla struttura sismogenetica e il modello sismotettonico. Atti Soc. Nat. e Mat. di Modena, 147, pp. 39-52.
Quindi presumo una notevole attività sismogenetica in Valtiberina con magnitudo importante.Vedasi nel passato primo 900 i collegamenti tra sisma Rimini, Garfagnana e Monterchi che nel breve giro temporale crearono distruzione.
RispondiEliminaIn val tiberina la magnitudo associata alla faglia omonima è bassa, generalmente di M<3.0 dovuto alla bassa inclinazione e anca a venute di Co2 profonde che favoriscono lo scivolamento asismico e di bassa magnitudo [http://www.scienze-naturali.it/ambiente-natura/geologia/faglia-tiberina-e-sistema-estensionale-umbro-marchigiano]. Sono i terremoti associati alle faglie secondarie ad essa associata come quella di Gubbio o a Città di Castello che mostrano un potenziale alto in magnitudo Mmax 6.5.
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