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Camminando sulla spiaggia in compagnia del geologo

Le vacanze di un geologo sono un momento per rilassare i muscoli, ma anche per osservare il paesaggio che ci circonda e cogliere gli aspetti della natura geologica. Una versa “deformazione professionale” che però mantiene una chiara lettura del territorio circostante, sottolineando come la nostra Terra sia viva e in continua evoluzione, e noi siamo parte integrante della sua crescita e del suo cambiamento.

Durante la passeggiata lungo la battigia è inevitabile non soffermarsi su alcuni particolari che solo l’occhio di un geologo può cogliere. La spiaggia diventa un vero laboratorio di sedimentologia dove osservare i processi del passato, presente e del futuro. Non solo si osservano le conchiglie, che i miei figli raccolgono e con tanto entusiasmo mi chiedono “cosa sono?”, ma soprattutto gli aspetti della spiaggia che a molti risulta come “immagine immobile e immutabile”. Al geologo prendono forma scenari (ipotetici ma sempre legati ai dati osservati a disposizione) dell’evoluzione che ha portato e che porterà ad un cambiamento. 

Dopo un bagno insieme ai miei figli, non si può dire di no ad una loro richiesta: “andiamo al fiume”. So bene che quello che loro chiamano fiume altro non è che un canale che raccoglie le acque di un limitato bacino idrografico a monte e le convoglia al mare. 
Si parte per la passeggiata sulla spiaggia di Lido Riccio di Ortona, alla scoperta del passato, presente e futuro.

Fig. 1 – “Falesia” del Lido Riccio (Ortona).

La spiaggia fossile
La porzione più a sud della spiaggia è caratterizzata da una “falesia” (fig. 1), una scarpata molto ripida dovuta all’incessante azione erosiva del mare sulla costa rocciosa. Alla base della scarpata si evidenziano dei detriti che si accumulano con l’arretramento della falesia e sono composti  da blocchi di roccia. Sono presenti anche tronchi e arbusti provenienti dal mare, dovuti alle ondate di mareggiata quando il mare è molto mosso arrivando al piede della scarpata. 

Fig. 2 – Particolare di un blocco al piede della scarpata.

Le unità litologiche sono ascrivibili alle “sabbie gialle” (descritte da diversi autori per quanto riguarda la geologia del territorio dell’Emilia-Romagna) e che i geologi che hanno redato la cartografia abruzzese le definiscono come “Formazione di Mutignano” (associazione sabbioso-conglomeratica, cioè composta da sabbia e ghiaia cementata). Tale unità è rappresentata da arenarie, una sabbia cementata,  di colore giallo dove sono visibili strutture sedimentarie denominate laminazioni piano parallele (fig. 2). 
L’ambiente di deposizione della “Formazione di Mutignano” è quello di una spiaggia di età Pliocene-Pleistocene (circa 2.5 Milioni di anni fa). Naturalmente oggi questa spiaggia non esiste più e ha lasciato lo spazio ad una nuova con caratteristiche sedimentologiche molto simili osservabili l’ungo le sponde di erosione del canale. 

Il canale e i processi fluviali 
Procedendo verso nord lungo la battigia si incontra il canale con un ponte improvvisato dove i bimbi ci corrono sopra e non manca qualche tuffo nel letto del canale.

Fig. 3 – Canale con scarpata erosiva fluviale e depositi grossolani.

Sulla battigia si notano alcuni depositi grossolani, caratterizzati da ghiaia, probabilmente dovuta ad una maggiore dinamica marina rispetto a quella fluviale. Inoltre in lontananza si nota una scarpata di erosione dove il corso del canale ha “tagliato la spiaggia emersa ”, mettendo in luce la successione sedimentaria recente (figg. 3 e 6) e che vedremo di seguito. 

Fig. 4 – tracciato del canale e dinamica fluviale.

Osservando il corso del canale a valle del ponte, si possono notare alcuni particolari interessanti nella dinamica fluviale (fig. 4). In un corso fluviale in corrispondenza di una curva,  lungo il lato convesso si ha la sedimentazione del detrito trasportato con la formazione di un deposito, mentre lungo quello concavo si ha erosione della sponda con presa in carico della corrente che lo andrà a depositare più a valle.  Anche nella curva successiva è possibile notare questa differenza sulle due sponde. Infatti la scarpata è dovuta ai processi erosivi del corso fluviale lungo il lato concavo. L’erosione avviene generalmente per “scalzamento al piede”, ossia la corrente erode materiale al piede della sponda con la conseguenza di produrre crolli della parte alta della scarpata. Non nascondo che alcuni di questi crolli sono dovuti al passaggio di “biodisturbatori”: i miei figli! L’opera di sbarramento antropico che comunque fa passare una quantità minore di acqua del canale, permette l’accumulo della sabbia lungo la sponda destra subito a valle della stessa.  
Si osserva bene un substrato formato da ghiaia che sembra trovarsi al di sotto della sabbia, e quindi rappresenta un’unità sottostante all’attuale sedimentazione in facies sabbiosa. A mio parere potrebbe trattarsi di materiale trasportato dal canale quando la sua portata aumenta nei periodi di piena, e proveniente dalle montagne che si trovano abbastanza vicine alla spiaggia.
Possiamo ricavare informazioni anche sull’interazione tra mare-canale, infatti la foce del canale è rappresentata da un “delta-estuario”, ossia il punto in cui il canale si immette nel mare è a forma di  “imbuto” dove le onde del marine hanno la possibilità di entrare all’interno del fiume per alcuni metri, producendo strutture sedimentarie sul fondo (figg. 4 e 5). Il “delta-estuario” (rappresenta un sistema sedimentario, legato a processi di erosione, trasporto e sedimentazione) si forma quando l’energia del mare è maggiore rispetto a quella del fiume che si immette, e quindi il mare prende in carico i sedimenti portati dal fiume e li distribuisce lungo la costa. In questo modo il fiume non riesce a formare un “delta” come accade per il Po oppure il Nilo. 

  Fig. 5 – particolare del corso del canale con le strutture sedimentarie prodotte dall’ingressione marina.

Al piede della scarpata, sulla superficie del deposito subito a valle dell’opera di sbarramento antropico, possiamo notare le strutture denominate “ripples barcanoidi”. Sono tipiche strutture sedimentarie trattive, prodotte da correnti idriche. Da queste strutture è possibile ricavare informazioni sulla corrente che le ha prodotte (freccia rossa in fig. 5), che è legato all’ingressione marina probabilmente durante l’alta marea o quando il mare era più mosso, dove la corrente del flusso marino ha prodotto i ripples. 

La spiaggia attuale
Ora ci spostiamo lungo la scarpata che ha prodotto il nostro canale, che rappresenta il “taglio della spiaggia”. Sulla superficie si nasconde la storia della nostra spiaggia attuale.

Fig. 6 – la scarpata e la deposizione della spiaggia attuale.

La sezione (fig. 6) mostra una base erosiva deposizionale, dove al di sopra è presente la sabbia dell’attuale spiaggia, mentre al di sotto la sabbia della spiaggia più vecchia. Non sappiamo di quanto sia “antica”, ma non di tanto. Come nel blocco della “falesia” si notano le laminazioni piano parallele messe in evidenzia anche dai livelli organici e conchigliari. Tale struttura prende il nome di “stratificazione e laminazione di spiaggia emersa”. Da notare come la base erosiva deposizionale sia inclinata verso il mare e legata ai fenomeni erosivi del moto ondoso che hanno eroso la sabbia più vecchia e successivamente depositato su essa la sabbia a formare la spiaggia nuova.  La base erosiva deposizionale rappresenta la superficie di battigia ormai “fossile” dove il moto ondoso erode e deposita il sedimento. I livelli organici sono dovuti al trasporto e sedimentazione da parte del moto ondoso che lascia il suo carico sulla battigia (fig. 7) e che viene successivamente coperto o intrappolato da altro sedimento.

Fig. 7 – spiaggia con depositi organici sulla battigia e la formazione di un tombolo tra spiaggia e scogliera litorale.

Tale struttura di spiaggia attuale è uguale a quella descritta nel blocco della “falesia”, pertanto anche la nostra spiaggia fossile dell’età Pliocene-Pleistocene non doveva essere tanto differente da quella attuale.
La spiaggia nel futuro
Osservando poco a largo si notano delle scogliere litorali (fig. 7), ossia delle opere antropiche disposte parallelamente alla riva e con la funzione di protezione della costa ai processi erosivi del mare. Tra la riva e la scogliera si istaura una ambiente di sedimentazione dove il materiale detritico trasportato dal mare si intrappola fino alla formazione di un tombolo artificiale fra ogni scogliera e la spiaggia. Lungo il litorale del Lido Riccio sono presenti più di queste barriere a protezione della costa, e pertanto con il passare del tempo sarà facile avere una serie di tomboli artificiali.

Conclusioni
Questo viaggio nella “geologia di una spiaggia” è stato possibile grazie al punto di vista differente di un geologo che osserva e vede l’ambiente che lo circonda in modo oggettivamente differente, riscoprendo come la natura sia in evoluzione. 
Dalla spiaggia fossile a quella attuale e infine ad una spiaggia del futuro, è possibile leggere il paesaggio e fare ipotesi plausibili con quello che si vede. Attraverso semplici osservazioni è stato possibile svolgere un semplice studio evolutivo sulla spiaggia. Tale viaggio evidenzia la bellezza nello scoprire una Terra meravigliosa e in continua evoluzione, non immobile e immutabile nel tempo.


Ringraziamenti
Un grazie particolare va ai miei due avventurieri che mi hanno accompagnato nella camminata esplorativa tra spruzzi, nuotate e raccolta di "pietre e conchiglie"

Si vuole ringraziare il Prof. William W. Little della Brigham Young University - Idahoe (USA) e il dott. Federico Famiani della Società Geologica Italiana - Sezione Giovani per la loro  lettura critica e i preziosi suggerimenti. 


Commenti

  1. Articolo meraviglioso e foto avvincenti!
    Quante cose da imparare e quanti segreti ci sono sulle spiegge, spiagge naturali si intende, non quelle piallate di Rimini.
    Su ogni spiaggia naturale, oltre al bagnino, il ministero per i beni culturali dovrebbe imporre un geologo per affascinare i bagnanti con i suoi racconti.
    La spiaggia è un ambiente speciale, dove si incontrano i mari e le terre, e il dinamismo dei loro giochi crea forme, ambienti e atmosfere magiche.

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