Passa ai contenuti principali

Alcune considerazioni ed ipotesi sullo sciame sismico di Parma 2017

Fig. 1 - distribuzione degli epicentri dello sciame di Parma.
Il giorno 19/11/2017 si è registrato un terremoto di M 4.4 nella zona di Fornovo di Taro (fig. 1). L'evento è stato seguito da diversi terremoti di bassa magnitudo (fig. 2) sviluppano uno sciame sismico.

Analizzando la distribuzione degli ipocentri, è possibile ricavare diverse informazioni sulla sismotettonica attuale e formulare ipotesi sulla possibile sismogenesi futura.





Fig. 2 - distribuzione temporale della sismicità

Gli ipocentri sono distribuiti secondo una geometria a "wedge" (cuneo) dove l'evento di M 4.4 del 19/11 rappresenta la fase iniziale della formazione del wedge, e la sismicità di bassa magnitudo (M<3.0) sviluppata successivamente ricade all'interno della zona delimitata dal cuneo (Fig. 3).


Fig. 3 - sezioni della distribuzione ipocentrale lungo la traccia A-A'.

Confrontando la sismicità dello sciame sismico di Parma 2017 con quella di lungo periodo dal 2005-2017 (fig. 4) si evidenzia come lo sciame sia legato ad un contesto tettonico compressivo dove un piano di subduzione scende al di sotto della catena appenninica. Lo sciame sismico di Parma può essere interpretato come "shortering-wedge" (Cuoneo di accorciamento) legato alla compressione evidenziata dal meccanismo focale del terremoto di M 4.4  del 19/11.


Fig. 4 - distribuzione degli ipocentri nel periodo 2005-2017.

Sulla base dei dati sopra esposti, è possibile formulare un'ipotesi sul contesto tettonico in atto e una possibile evoluzione sismogenica futura.
In un ambiente tettonico compressivo il wedge, evidenziato dalla distribuzione ipocentrale dello sciame di Parma del 2017 (Fig. 4),  può essere interpretato come fascia in compressione che nel periodo inter-sismico può dare origine a terremoti (Fig. 5). L'evento di M 4.4 e il suo meccanismo focale evidenziano in carattere compressivo di tale fascia, e il punto di innesco e di partenza dell'evoluzione spazio-temporale dello sciame (Fig. 2). Una possibile evoluzione potrebbe comportare il trasporto di fluidi verso l'alto, spinto dalla fascia compressiva, dove nella fase co-sismica potrebbe portare all'attivazione di faglie bloccate più superficiale e la conseguente espulsione del blocco di tetto (Fig. 5).


Fig. 5 - possibile evoluzione del ciclo sismico.

Commenti

Post popolari in questo blog

Quaternary geology and geological map of the Roteglia Basin within the River Secchia valley (Italy) with evidence for the Canossa-San Romano Fault System and inversion tectonic activity

  [EN] This report and accompanying geological map are the culmination of a several year study on the influence of the Canossa-San Romano normal fault system on Quaternary deposition and geomorphology within the Roteglia Basin (northern Italy). Quaternary sedimentary deposits that flank the River Secchia in the study area have led to new interpretations regarding the timing of tectonic activity along the north-eastern margin of the Apennines and have raised questions regarding regional stratigraphic correlation of Quaternary stratigraphic units. A small depositional basin, named during this study as the Roteglia Basin, has been formed where the Canossa-San Romano Fault System crosses the R. Secchia. This fault system is comprised of the Canossa-San Romano primary fault and two subordinate synthetic faults, named the Border and Argontello Faults. Adjacent to the R. Secchia is a set of three strath terraces, dating from 220 to 22 ka, that were cut by the river as the mountain fr...

La ricerca sulla Faglia Canossa - San Romano e il Terrazzo di Roteglia (2019-2024).

Lo studio sulla Faglia Canossa - San Romano e del Terrazzo di Roteglia ebbe inizio in Autunno del 2018, durante un viaggio in auto. Passando lungo la strada che da Roteglia arriva a Castellarano, giunti alle pendici del M. Pendice, sul lato destro del fiume si osserva il terrazzo del Pigneto con la "Rupe del Pescale". In questo panorama, fu il confronto aperto con un "amico" a guidarmi verso la ricerca e a come la faglia poteva avere giocato un ruolo importate sulla geologia e la geomorfologia dell'area subito a monte, appunto la zona di Roteglia e il suo terrazzo fluviale.   L'idea di partenza era che la Canossa - San Romano potesse essere la faglia che, con il suo movimento distensivo in epoca geologicamente più recente, aveva creato una "barriera" al corso del Fiume Secchia, determinando una sedimentazione differente nell'area più a monte, dove è presente un esteso terrazzo di depositi alluvionali, costituito perlopiù da ghiaia e fango, dove...

Modena e la trasformazione dei corsi d’acqua nella zona collinare in otto secoli

La rete idrografica del territorio di pianura a sud di Modena e compresa tra fiumi principali del Secchia e del Panaro, deriva dall’interazione tra la sua naturale evoluzione e gli interventi eseguiti dall’uomo nel corso dei secoli. Le tracce più antiche dell’intervento umano sul drenaggio superficiale sono rappresentate dalle opere di bonifica relative alla centuriazione romana. A partire dal Medio Evo gli interventi hanno visto la costruzione di una nuova rete di canali, alcuni navigabili, data l’estrema importanza che le vie d’acqua ricoprivano nei secoli passati (Pellegrini, 1990). Altre modifiche antropiche riguardano la rettifica di alcuni tratti meandriformi dei fiumi Secchia e Panaro, le più recenti delle quali, che hanno interessato il F. Panaro a est di Fossalta, risalgono al 1972. Figura 1 - tracciato dei principali corsi d'acqua del X-XI secolo.   Il tracciato dei principali corsi d’acqua che attraversano la zona pianeggiante posta a sud di Modena tra il X e l’XI secolo...