Passa ai contenuti principali

Il piccolo sciame di Norcia: significato e interpretazione sismotettonica



Fig. 1 - Distribuzione degli epicentri e principali terremoti di
M 3.3 e 3.2 e rispettivi meccanismi focali.
Traccia A-A' della sezione in Fig. 2.
Di seguito vengono analizzati i dati sismologici ricavati dal CNT [1] dell'area in prossimità di Norcia nel periodo dal 19/10 al 26/10 2017 al fine di analizzare il contesto sismotettonico.

L'area di Norcia (Fig. 1) evidenzia una sismicità diffusa con un evento di M 3.2 del 19 ottobre con meccanismo focale inverso [2], e lo sviluppo di un piccolo cluster a nord-est di Norcia dove l'evento principale è di M 3.3 del 20 ottobre, con meccanismo focale diretto [3]. 

Analizzando i dati degli ipocentri (Fig. 2) e in base alle conoscenze tettoniche dell'area, è possibile definire un modello geometrico sismotettonico. La distribuzione degli ipocentri evidenzia uno scollamento (detachment) principale, caratterizato da una faglia a basso angolo e NE-immergente. Tale struttura è riconducibile ad una low-angle normal fault, (LANF). Si possono individuare le faglie antitetiche allo scollamento: quella del Vettore-Bove (VBF) ad alto angolo e SW-immergenti e cinematica normale come evidenziato dal meccanismo focale del terremoto di M 3.3 [3], attribuibile a questa struttura. Inoltre è presente un allineamento di ipocentri attribuibili, con molta probabilità, alla faglia di Norcia (NF). L'evento di M 3.2 è da attribuire alla riattivazione del thrust dei Sibillini (ST) con cinematica inversa come evidenziato da meccanismo focale [2].


Fig. 2 - distribuzione degli ipocentri e interpretazione tettonica: 
NF - faglia di Norcia; VBF - faglia del Vettore-Bove; ST - thrust dei Sibillini.

Tale modello geometrico, rappresentato da un detachment e le faglie antitetiche associate, rappresenta un sistema estensionale di importanza regionale, come viene descritto anche in altre zone della catena appenninica [4], [5], [6]. Le faglie antitetiche come quella di Norcia (NF) e del Bove-Vettore (BVF) vanno a terminare contro lo scollamento, determinando una struttura a wedge (cuneo) che sottoposto alle forze tettoniche estensionali (con direzione di massima tensione NE-SW) e con il passare del tempo geologico porta al suo collasso gravitativo generando un "graviquake" (gravimoto) [5], [6].

Il ruolo sismotettonico e sismogenetico del terremoto di M3.2 e del thrust dei Simillini, è ancora da chiarire, anche se si può ipotizzare che il collasso del cuneo, descritto in precedenza, può favorire la riattivazione dei sovrascorrimenti più esterni (quelli verso il marea adriatico) [4]  come il thrust dei Sibillini. 

Riferimenti bibliografici
[1] INGV - Centro Nazionale Terremoti
[2] Catalogo Time Domain Moment Tensor, Terremoto di M 3.2 del 19/10/2017.
[3] Catalogo Time Domain Moment Tensor, Terremoto di M 3.3 del 20/10/2017 Norcia.
[4] Balocchi P., Bonetti S. & Lupoli F.C., 2014 - La sequenza sismica e sismotettonica dell'alta Val Tiberina-Gubbio (Umbria). Notiziario, rivista dell'ordine degli ingegneri di Verona e provincia, n. 1/2014.
[5] Balocchi P., 2015 - La faglia Tiberina e il sistema estensionale Umbro-Marchigiano. Scienze-Naturali.it
[6] Balocchi P. & Riga G., 2017 – Considerations on the seismotectonics and seismogenesis of the Tiberina-Gubbio Valley extensional system (central Italy). Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, 148, 64-82. (in stampa).


Commenti

Post popolari in questo blog

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasporta...

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia ...