Fig. 1 - Distribuzione degli epicentri e principali terremoti di M 3.3 e 3.2 e rispettivi meccanismi focali. Traccia A-A' della sezione in Fig. 2. |
L'area di Norcia (Fig. 1) evidenzia una sismicità diffusa con un evento di M 3.2 del 19 ottobre con meccanismo focale inverso [2], e lo sviluppo di un piccolo cluster a nord-est di Norcia dove l'evento principale è di M 3.3 del 20 ottobre, con meccanismo focale diretto [3].
Analizzando i dati degli ipocentri (Fig. 2) e in base alle conoscenze tettoniche dell'area, è possibile definire un modello geometrico sismotettonico. La distribuzione degli ipocentri evidenzia uno scollamento (detachment) principale, caratterizato da una faglia a basso angolo e NE-immergente. Tale struttura è riconducibile ad una low-angle normal fault, (LANF). Si possono individuare le faglie antitetiche allo scollamento: quella del Vettore-Bove (VBF) ad alto angolo e SW-immergenti e cinematica normale come evidenziato dal meccanismo focale del terremoto di M 3.3 [3], attribuibile a questa struttura. Inoltre è presente un allineamento di ipocentri attribuibili, con molta probabilità, alla faglia di Norcia (NF). L'evento di M 3.2 è da attribuire alla riattivazione del thrust dei Sibillini (ST) con cinematica inversa come evidenziato da meccanismo focale [2].
Fig. 2 - distribuzione degli ipocentri e interpretazione tettonica: NF - faglia di Norcia; VBF - faglia del Vettore-Bove; ST - thrust dei Sibillini. |
Tale modello geometrico, rappresentato da un detachment e le faglie antitetiche associate, rappresenta un sistema estensionale di importanza regionale, come viene descritto anche in altre zone della catena appenninica [4], [5], [6]. Le faglie antitetiche come quella di Norcia (NF) e del Bove-Vettore (BVF) vanno a terminare contro lo scollamento, determinando una struttura a wedge (cuneo) che sottoposto alle forze tettoniche estensionali (con direzione di massima tensione NE-SW) e con il passare del tempo geologico porta al suo collasso gravitativo generando un "graviquake" (gravimoto) [5], [6].
Il ruolo sismotettonico e sismogenetico del terremoto di M3.2 e del thrust dei Simillini, è ancora da chiarire, anche se si può ipotizzare che il collasso del cuneo, descritto in precedenza, può favorire la riattivazione dei sovrascorrimenti più esterni (quelli verso il marea adriatico) [4] come il thrust dei Sibillini.
Riferimenti bibliografici
[1] INGV - Centro Nazionale Terremoti
[2] Catalogo Time Domain Moment Tensor, Terremoto di M 3.2 del 19/10/2017.
[2] Catalogo Time Domain Moment Tensor, Terremoto di M 3.2 del 19/10/2017.
[3] Catalogo Time Domain Moment Tensor, Terremoto di M 3.3 del 20/10/2017 Norcia.
[4] Balocchi P., Bonetti S. & Lupoli F.C., 2014 - La sequenza sismica e sismotettonica dell'alta Val Tiberina-Gubbio (Umbria). Notiziario, rivista dell'ordine degli ingegneri di Verona e provincia, n. 1/2014.
[5] Balocchi P., 2015 - La faglia Tiberina e il sistema estensionale Umbro-Marchigiano. Scienze-Naturali.it
[4] Balocchi P., Bonetti S. & Lupoli F.C., 2014 - La sequenza sismica e sismotettonica dell'alta Val Tiberina-Gubbio (Umbria). Notiziario, rivista dell'ordine degli ingegneri di Verona e provincia, n. 1/2014.
[5] Balocchi P., 2015 - La faglia Tiberina e il sistema estensionale Umbro-Marchigiano. Scienze-Naturali.it
[6] Balocchi P. & Riga G., 2017 – Considerations on the seismotectonics and seismogenesis of the Tiberina-Gubbio Valley extensional system (central Italy). Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, 148, 64-82. (in stampa).
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