Passa ai contenuti principali

Terremoto M4.4 Calabria e brevi considerazioni di sismotettonica

In data 28 dicembre 2014 alle ore 22:43:38 italiane (ora 21:43:38 UTC)  è avvenuto un terremoto di magnitudo 4.4 (Ml) ad una profondità di 11.1 km. L'epicentro è stato localizzato nel distretto sismico: La Sila.


L'area ricade entro la zona sismogenetica 66 (fig. 1) che comprende la Valle del Crati e quella del Savuto fino a Falerna. Tale zona è delimitata a nord dalla faglia Corigliano – Rossano (CS15) e a sud dalla Lamezia-Catanzaro (CS18), entrambe a cinematica trascorrente sinistra (Gervasi, Moretti, 1999; Moretti, 1999)

fig. 1 - principali faglie attive nel Pleistocene sup. - Olocene in calabria settentrionale

La sismicità della Zona mostra un'andamento piuttosto regolare nel tempo anche se di basso livello. Gli eventi maggiori si sono espressi come scosse singole o sono stati seguiti da un numero sempre limitato di repliche. La distribuzione delle scosse con la profondità mostra un notevole addensamento di ipocentri tra i 10 ed i 30 km, carattere questo comune anche alla sismicità della fascia silana. I consistenti rilasci di energia che si osservano fino a 60 km sono verosimilmente connessi con la flessura e la subduzione della piastra ionica sotto la microplacca calabra. A profondità maggiori di 30 km infatti, sono stati osservati diversi terremoti con meccanismo focale compressivo (Moretti, Guerra, 1997; Gervasi, Moretti, 1999).

La sismicità della zona è controllata da almeno 4 segmenti di faglia maggiori (CS2, CS3, CS5, CS6) attivi dopo il Pleistocene e con evidenze di riattivazione in occasione del terremoto del 27 marzo 1638. In epoca storica (fig. 2), il segmento meridionale (CS5 e CS6) è stato caratterizzato da un unico evento di grande energia (27 marzo 1638), mentre quello settentrionale (CS3) è stato interessato da eventi di minore intensità, anche se più frequenti.

fig. 2 - aree mesosismiche dei principali terremoti in Calabria

In base alla localizzazione dell'epicentro (INGV) e al meccanismo focale di tipo distensivo (TDMT-INGV), l'evento di M 4.4 può essere attribuito alla sorgente sismogenetica denominata Piano Lago (CS5 in fig. 1)(Gervasi, Moretti, 1999; Moretti, 1999).

Riferimenti bibliografici

Commenti

Post popolari in questo blog

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasporta...

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia ...