Passa ai contenuti principali

Sollevamento tettonico e variazioni climatiche: è nato prima l’uovo o la gallina?

Una delle dimostrazioni più evidenti di come il sottosistema Clima e il sottosistema Tettonica delle Placche, interagiscano, è offerta dai processi di retroazione tra le variazioni climatiche e l’altezza media delle catene montuose. Attualmente si discute molto sulla direzionalità di queste retroazioni. Alcuni geologi ritengono che il sollevamento tettonico delle regioni montuose provochi variazioni climatiche; altri ritengono che le modificazioni del clima possano favorire il sollevamento tettonico. Questo dibattito equivale al “dilemma tra uovo e la gallina”: chi è nato prima?

Fig. 1 - Vista dell'Altopiano del Tibet, il più alto ed esteso plateau della Terra.


La discussione è alimentata dalla considerazione che il raffreddamento dell’Emisfero boreale e il sollevamento dell’Himalaya e dell’Altopiano del Tibet, possono essere sincroni. L’Altopiano del Tibet è l’elemento topografico più maestoso della Terra (Fig. 1). Questo altopiano è così elevato e così ampio che riesce a influenzare la circolazione generale dell’atmosfera nell’Emisfero boreale: se questo imponente altopiano non esistesse, le condizioni climatiche del nostro emisfero sarebbero certamente molto differenti.

Sfortunatamente, mentre i tempi del raffreddamento dell’Emisfero boreale sono ben scanditi dall’età dei depositi glaciali e dalle registrazioni isotopiche delle variazioni di temperatura in sedimenti di mare profondo, i tempi del sollevamento dell’Altopiano del Tibet non sono altrettanto certi. E da qui nasce il dibattito.

  1. Se il sollevamento ha preceduto l’inizio delle glaciazioni, si potrebbe dedurre che tale sollevamento sia stato una causa indiretta delle variazioni climatiche;
  2. Se invece, le glaciazioni hanno preceduto il sollevamento, allora si potrebbe pensare che il cambiamento climatico abbia favorito il sollevamento, come una risposta di tipo isostatico all’amplificazione dei processi di erosione.

Prima Ipotesi: retroazione negativa.
La possibilità che l’innalzamento di catene montuose abbia promosso il raffreddamento e le glaciazioni nell’Emisfero boreale è riconosciuto da più di 100 anni. I geologi che oggi difendono questo punto di vista ritengono che nel sollevamento dell’Altopiano del Tibet siano intervenuti numerosi e importanti processi che hanno innescato una retroazione negativa. In questo scenario, il sollevamento tettonico avrebbe causato modificazioni nella circolazione atmosferica, che avrebbero prodotto il raffreddamento nell’Emisfero boreale; tale raffreddamento avrebbe provocato un aumento delle precipitazioni, dell’estensione dei ghiacciai e della portata dei corsi d’acqua nell’Himalaya e nell’Altopiano Tibetano. Questi eventi, a loro volta, intensificando i processi erosivi, avrebbero favorito la rimozione di CO2 dall’atmosfera. La riduzione del contenuto di questo importante gas serra avrebbe prodotto un ulteriore raffreddamento e un incremento delle precipitazioni e dell’erosione.
Dunque, con il tempo, i rilievi verrebbero denudati e le loro altitudini diminuirebbero. In definitiva, un aumento delle altitudini (che si ripercuote sul clima) si risolve poi in una diminuzione delle altitudini. E questo è un esempio di retroazione negativa.

Fig. 2 - In tempi geologici brevi, le altitudini posso aumentare come risultato dell'erosione.

Seconda Ipotesi: retroazione positiva.
Durante l’ultimo decennio si è scoperto che una variazione climatica potrebbe portare all’innalzamento di regioni montuose. Questo scenario inatteso, e tutt’altro che intuitivo, prevede un iniziale raffreddamento del clima e un conseguente aumento delle precipitazioni; tale aumento, come già sottolineato, amplifica i processi di erosione da parte dei corsi d’acqua e dei ghiacciai. In assenza di aggiustamenti isostatici, un aumento dell’erosione dovrebbe innescare un processo di retroazione negativa e portare alla riduzione delle altitudini dei rilievi. In realtà, se si considera la risposta di tipo isostatico, occorre tener conto che la denudazione dei rilievi determina una diminuzione globale delle masse della catena montuosa, e come conseguenza i rilievi verrebbero sollevati e le loro cime tenderebbero a raggiungere nuove altitudini, più elevate (Fig. 2). Il sollevamento delle catene montuose avvierebbe un processo di regressione positiva verso ulteriori modificazioni climatiche, con l’aumento delle precipitazioni e dell’entità dell’erosione che favorisce un ulteriore sollevamento dei rilievi montuosi.

Riferimenti bibliografici
Burbank D.W., Anderson R.S., 2001 - Tectonic Geomorphology. Blackwell, Oxford.
Grotzinger J.P., Jordan T.H., 2016 - Capire la Terra. Zanichelli Ed.



Commenti

Post popolari in questo blog

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...

La ricerca sulla Faglia Canossa - San Romano e il Terrazzo di Roteglia (2019-2024).

Lo studio sulla Faglia Canossa - San Romano e del Terrazzo di Roteglia ebbe inizio in Autunno del 2018, durante un viaggio in auto. Passando lungo la strada che da Roteglia arriva a Castellarano, giunti alle pendici del M. Pendice, sul lato destro del fiume si osserva il terrazzo del Pigneto con la "Rupe del Pescale". In questo panorama, fu il confronto aperto con un "amico" a guidarmi verso la ricerca e a come la faglia poteva avere giocato un ruolo importate sulla geologia e la geomorfologia dell'area subito a monte, appunto la zona di Roteglia e il suo terrazzo fluviale.   L'idea di partenza era che la Canossa - San Romano potesse essere la faglia che, con il suo movimento distensivo in epoca geologicamente più recente, aveva creato una "barriera" al corso del Fiume Secchia, determinando una sedimentazione differente nell'area più a monte, dove è presente un esteso terrazzo di depositi alluvionali, costituito perlopiù da ghiaia e fango, dove...

Quaternary geology and geological map of the Roteglia Basin within the River Secchia valley (Italy) with evidence for the Canossa-San Romano Fault System and inversion tectonic activity

  [EN] This report and accompanying geological map are the culmination of a several year study on the influence of the Canossa-San Romano normal fault system on Quaternary deposition and geomorphology within the Roteglia Basin (northern Italy). Quaternary sedimentary deposits that flank the River Secchia in the study area have led to new interpretations regarding the timing of tectonic activity along the north-eastern margin of the Apennines and have raised questions regarding regional stratigraphic correlation of Quaternary stratigraphic units. A small depositional basin, named during this study as the Roteglia Basin, has been formed where the Canossa-San Romano Fault System crosses the R. Secchia. This fault system is comprised of the Canossa-San Romano primary fault and two subordinate synthetic faults, named the Border and Argontello Faults. Adjacent to the R. Secchia is a set of three strath terraces, dating from 220 to 22 ka, that were cut by the river as the mountain fr...