Passa ai contenuti principali

The Roteglia Basin geometry and its relationship with the Canossa-San Romano regional fault (Northern Apennines, Italy)

[EN] The geomorphological features along the River Secchia near Roteglia have been highly influenced by the Canossa-San Romano regional normal fault. Previous studies show this fault system was active from the Messinian to the mid-Pleistocene, based on normal-fault displacement of the Epiligurian Units and a II-order strath terrace. This article shows that the movement of the Canossa-San Romano fault continued in the Quaternary and might be active today. This new interpretation focuses on the III-order fluvial terrace in the area of Roteglia, which is composed of Quaternary deposits. Understanding the relationship between this III-order terrace and the Canossa-San Romano fault, is important for determining the Roteglia basin geometry and its filling by fluvial sediments transported by the River Secchia. The contact between the Quaternary deposits of the Roteglia Terrace and the underlying Ligurian or Epiligurian Units marks the pre-Quaternary bedrock surface and makes up the Roteglia Basin floor. A DTM model of this surface was developed from a variety of geological data to identify basin-floor geometry. The relationship between the bedrock surface, the overlying Quaternary deposits and the Canossa-San Romano normal fault allowed the present tectonic influence and fault movement to be understood. The 3D model reveals a large, elongated depression with a NE-SW axis that includes two smaller depressions (half grabens), each of which is bounded by a synthetic fault associated with the extensional Canossa-San Romano primary fault. The synthetic faults cut the deposits of the Roteglia Terrace, indicating a more recent movement.

[IT] Geometria del Bacino di Roteglia e sua relazione con la faglia regionale Canossa-San Romano (Appennino settentrionale). Le caratteristiche geomorfologiche lungo il Fiume Secchia in prossimità dell’abitato di Roteglia (Reggio E.) sono state fortemente influenzate dall’attività della faglia normale Canossa-San Romano. Precedenti studi dimostrano che questo sistema di faglie era attivo dal Messiniano al Pleistocene medio, sulla base dello spostamento normale delle Unità Epiliguri e di uno strath del II-ordine. Il presente studio mostra che il movimento lungo la faglia Canossa-San Romano è perdurato durante il Quaternario e potrebbe essere ancora attivo. Questa nuova interpretazione si concentra sul terrazzo fluviale di III-ordine nella zona di Roteglia che è composto da depositi quaternari. Capire la relazione tra questo terrazzo e la faglia Canossa-San Romano è importante per determinare la geometria del bacino e il suo riempimento con i sedimenti fluviali trasportati dal Secchia. Il contatto tra i depositi quaternari del Terrazzo di Roteglia e le Unità Liguri o Epiliguri sottostanti segna la superficie pre-quaternaria e costituisce il fondale del Bacino di Roteglia. Un modello DTM di questa superficie è stato sviluppato da una varietà di dati geologici per identificare la geometria del fondo del bacino. La relazione tra la superficie del substrato roccioso con i depositi quaternari sovrastanti e la faglia Canossa-San Romano è importante per determinare l’effettiva influenza tettonica e il movimento della faglia. Il modello 3D rivela una grande depressione allungata con asse NE-SO che comprende due depressioni più piccole (half grabens), ciascuna delimitata da una faglia sintetica associata alla faglia primaria estensionale Canossa-San Romano. Le faglie sintetiche tagliano i depositi del Terrazzo di Roteglia, indicando un suo recente movimento.

di: P. Balocchi & W.W. Little

in: Atti della Soc. dei Nat. e Mat. di Modena, 152 (2021), pp. 33-51.

in academia.edu e researchgate.net


Commenti

Post popolari in questo blog

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasporta...

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia ...