Passa ai contenuti principali

Tectonics and seismotectonics of high Dragone valley between Piandelagotti and Montefiorino villages (Northern Apennines, Italy).

[En] small seismic sequence in the high Modena Apennines (Sant’Anna Pelago area) occurred in the 2018-2019 period with a main earthquake of MW 3.6 on July 1, 2018. The existent geological literature does not suggest the presence of a Quaternary active fault that can explain this seismic sequence. Small earthquakes are related to the same seismogenic process of strong earthquakes and, generally, earthquakes are generated by minor structures associated with regionally important faults, which define the main rupture zone. The structural analysis of mesoscopic faults in outcropping rock-units, and the analysis of hypocentres distribution, provided important information on the geometry, kinematics, and tectonic stress of the main regional fault systems responsible for the occurred seismic event. This paper proposes the seismotectonic model of high Dragone valley, when the mesostructural analysis describes the main surface fault systems and the horst and graben structure of Riccovolto village, while, the analysis of hypocentres distribution shows a shallow detachment structure. The model represents clearly an active extensional system of regional importance.

[It] Tettonica e sismotettonica dell’alta valle del Dragone tra i paesi di Piandelagotti e Montefiorino (Appennino Settentrionale, Italia). Una piccola sequenza sismica nell’area di Sant’Anna Pelago, si è verificata nel periodo 2018-2019 con un terremoto principale di MW 3,6 del 1° luglio 2018. La letteratura geologica esistente non prevede l’esistenza di una faglia quaternaria attiva che motivi questa sequenza sismica. I piccoli terremoti sono legati agli stessi processi sismogenetici dei forti terremoti e, generalmente, sono generati da strutture minori associate alle faglie di importanza regionale, che definiscono la zona di rottura principale. L’analisi strutturale delle faglie mesoscopiche nelle unità affioranti, e l’analisi della distribuzione degli ipocentri, ha fornito importanti informazioni sulla geometria, sulla cinematica e sullo stress tettonico dei principali sistemi di faglie regionali. Questo articolo propone il modello sismotettonico dell’alta valle del Dragone, dove l’analisi mesostrutturale descrive i principali sistemi di faglie superficiali e la struttura horst and graben di Riccovolto, mentre, l’analisi della distribuzione degli ipocentri mostra una struttura di scollamento poco profondo. Questo modello rappresenta chiaramente un sistema estensionale attivo di importanza regionale.

di: P. Balocchi 

in: Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie A, 127 (2020), pp. 67-77.

doi:10.2424/ASTSN.M.2020.01.

in academia.edu e researchgate.net 

Commenti

Post popolari in questo blog

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasportata viene la

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia