Passa ai contenuti principali

Lo slab di Adria e il suo terremoto di M 3.5 del 2020 nel parmense

Il terremoto di M 3.5 accaduto nella zona di Valmozzola in Provincia di Parma [1] è interessante per quanto riguarda la sua profondità calcolata di 61 km. Infatti, il terremoto da indicazioni sulloa presenza di una piastra di roccia solida in grado di generare terremoti sotto condizioni di stress tettonico. Questa piastra è lo slab della microplacca Adria che scorre sotto l'Appennino Tosco-Emiliano fino ad una profondità di circa 60-70 km. 

Il terremoto del 27 gennaio 2012 accaduto nella Provincia di Parma ad una profondità di 60 km [2], è un evento ampliamente confrontabile con quello accaduto a Valmozzola il 5 ottobre 2020. Infatti essi mostrano una profondità paragonabile e anche la loro posizione è in stretta vicinanza.

I due terremoti si collocano di una "fascia profonda" [3] all'interno della piastra in subduzione di Adria che scorre sotto la Catena Appenninica.


Modello della subduzione della placca Adria sotto quella Europea [2].

Analizzando il terremoto del 2012 e il terremoto del Parmense del 2020, i due terremoti si collocano ad una profondità di 60 km circa e in generale sono legati a faglie inversa. Questi eventi possono trovare spiegazione nella dinamica di contatto tra le due placche litosferiche [2], quella di Adria che scorre sotto a quella Europea, sulla quale avviene il corrugamento della catena Appenninica. 

Sezione sismologica con i terremoti del 2012 [2].

Riferimenti bibliografici

[1] Terremoto di magnitudo ML 3.5 del 05-10-2020 ore 15:27:36 (Italia) in zona Valmozzola (PR)

[2] Considerazioni sismotettoniche inerente alle sequenze sismiche di Reggio Emilia e Parma del Gennaio 2012 (Appennino settentrionale)

[3] Modello Sismotettonico delle strutture profonde dell'Appennino settentrionale.

Commenti

Post popolari in questo blog

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasporta...

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia ...