I terremoti del periodo 2012-2013, dell’area Tosco-Emiliana rappresentati dagli eventi sismici della pianura reggiana e dell’Appennino Parmense del gennaio 2012, dell’Emilia del maggio 2012 e di Garfagnana e Lunigiana del 2013, evidenziano nel loro insieme un chiaro indizio di una tettonica ancora in atto, che con il passare del tempo deforma la litosfera e “solleva” la catena appenninica. Sotto il margine padano dell’Appennino settentrionale si trova una sutura generata dallo scontro tra due placche: la microplacca Adriatica che si immerge verso SW piegandosi al di sotto della placca Europea sulla quale è presente la catena appenninica. Questa collisione porta allo scorrimento reciproco tra le due placche lungo delle faglie in grado di generare terremoti, che dal punto di vista tettonico sono la risposta fragile, agli sforzi tettonici, delle rocce che vanno a costituire la struttura della catena appenninica. Possiamo dire che i terremoti sono l’evidenza geologica che le nostre montagne sono attualmente in evoluzione e che stanno modifcandosi continuamente con il passare del tempo geologico.
di: Paolo Balocchi, Tommaso Santagata & Marta Lazzaroni
in: Balocchi P., Santagata T. & Lazzaroni M (2018); Le sequenze sismiche Tosco-Emiliane del periodo 2012-2013 e considerazioni sulla tettonica attiva. Fossils & Minerals, 4, pp. 20-23.
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