Lo studio del Laboratorio Cavone si conclude: nessuna relazione tra la produzione e reiniezione al Cavone e gli eventi del 20 e 29 maggio 2012
Il Prof. Marco Mucciarelli riporta quanto segue sul suo blog:
Poiché i volumi di iniezione al Cavone sono circa la metà del totale dei fluidi prodotti, e poiché le pressioni di iniezione sono state tenute prossime alla pressione del giacimento prima della produzione, i nostri modelli indicano fortemente una diminuzione della pressione media dei fluidi nelle vicinanze del giacimento. Incrementi di pressione accadono vicino ai pozzi di iniezione, ma sono fortemente localizzati entro una distanza di 1-2 km dagli stessi.
Comparisons of the space-time patterns of earthquakes in the vicinity of the Cavone oil field
with known cases of induced earthquakes do not support an injection-related hypothesis for
past earthquakes.
Clock changes due to fluid pressure changes that may advance or retard the time of
tectonically driven earthquakes appear to be negligible in the areas of the May 2012
hypocenters
The change in Coulomb stress at the hypocenter of the 20 May mainshock resulting from
production-induced compaction of the Cavone reservoir has a magnitude (~0.001 bar) a
factor of 100 smaller than the accepted minimum value for triggering of earthquakes by
static stress changes and a factor of 10-20 smaller than fluctuations of stress by earth tides.
Closer to the Cavone field, changes in Coulomb stress on the rupture plane of the main
aftershock of 29 May resulting from production-induced compaction of the Cavone
reservoir are in a sense to inhibit failure.
Changes in Coulomb stress due to both production-induced decrease in weight of the
Cavone reservoir (the “isostatic effect”), and the thermoelastic contraction from injection
of cool fluids into the warmer reservoir formation are negligibly small compared to the
already very small stresses from poroelastic compaction.
Sul sito del Laboratorio Cavone è disponibile la relazione finale del gruppo di sei esperti delle massime istituzioni scientifiche USA che hanno esaminato i dati prodotti negli esperimenti richiesti dalla commisione ICHESE per poter sciogliere il dubbio circa la causa degli eventi in Emilia nel 2012.
Questa volta il verdetto è inequivocabile. Il gruppo di lavoro ha concluso che non c'è nessuna relazione tra la produzione o la reiniezione al Cavone e gli eventi del 20 e 29 maggio, ne in termini di induzione ne di innesco (viene definita trascurabile l'ipotesi di un anticipo o ritardo rispetto ai tempi naturali).
Per chi non volesse leggere tutto il rapporto, qui di seguito ci sono le conclusioni originali (in corsivo) con la traduzione del Prof. Mucciarelli.
Because injection volumes at Cavone are about half the total fluid production volume, and
because injection pressures have been held close to the pre-production field pressures, our
models strongly indicate decreases of the average fluid pressures in the vicinity of the field.
Increases in fluid pressures occur near the injection wells, but they are highly localized to
distances within 1 – 2 km from the injector wells.
Poiché i volumi di iniezione al Cavone sono circa la metà del totale dei fluidi prodotti, e poiché le pressioni di iniezione sono state tenute prossime alla pressione del giacimento prima della produzione, i nostri modelli indicano fortemente una diminuzione della pressione media dei fluidi nelle vicinanze del giacimento. Incrementi di pressione accadono vicino ai pozzi di iniezione, ma sono fortemente localizzati entro una distanza di 1-2 km dagli stessi.
Comparisons of the space-time patterns of earthquakes in the vicinity of the Cavone oil field
with known cases of induced earthquakes do not support an injection-related hypothesis for
past earthquakes.
Il confronto della distribuzione nello spazio e nel tempo dei terremoti nelle vicinanze del giacimento di Cavone con casi noti di sismicità indotta non supporta l'ipotesi di una relazione tra la iniezione ed i terremoti occorsi.
Clock changes due to fluid pressure changes that may advance or retard the time of
tectonically driven earthquakes appear to be negligible in the areas of the May 2012
hypocenters
Cambiamenti del tempo di occorrenza, dovuti ai cambiamenti di pressione, che possano aver anticipato o ritardato l'accadimento dei terremoti tettonici appaiono trascurabili nell'area degli ipocentri del Maggio 2012
The change in Coulomb stress at the hypocenter of the 20 May mainshock resulting from
production-induced compaction of the Cavone reservoir has a magnitude (~0.001 bar) a
factor of 100 smaller than the accepted minimum value for triggering of earthquakes by
static stress changes and a factor of 10-20 smaller than fluctuations of stress by earth tides.
Closer to the Cavone field, changes in Coulomb stress on the rupture plane of the main
aftershock of 29 May resulting from production-induced compaction of the Cavone
reservoir are in a sense to inhibit failure.
La variazione dello sforzo di Coulomb all'ipocentro dell'evento principale del 20 maggio risultante dalla compattazione indotta dalla produzione al giacimento Cavone ha una dimensione (0.001 bar) che è di un fattore 100 più piccola di quello che è il minimo accettato per avere innesco di terremoti da variazioni dello sforzo statico, e di un fattore 10-20 volte più piccolo delle variazioni di sforzo per le maree terrestri. Più vicino al giacimento Cavone, il cambiamento dello sforzo di Coulomb sul piano di faglia del terremoto del 29 maggio risultante dalla compattazione indotta dalla produzione va nel verso di inibire la rottura.
Changes in Coulomb stress due to both production-induced decrease in weight of the
Cavone reservoir (the “isostatic effect”), and the thermoelastic contraction from injection
of cool fluids into the warmer reservoir formation are negligibly small compared to the
already very small stresses from poroelastic compaction.
I cambiamenti nello sforzo di Coulomb dovuti sia alla diminuzione di peso relativa alla produzione del giacimento Cavone (effetto isostatico) che alla contrazione termoelastica da iniezione di fluidi freddi nelle formazioni rocciose più calde del giacimento sono trascurabilmente piccoli rispetto ai già molto piccoli sforzi dovuti alla compattazione poroelastica.
Per approfondire:Relazione finale degli esperti USA
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