Riassunto: lo studio sismotettonico relativo all'edificio orogenetico dell'Appennino settentrionale si pone l'obiettivo di individuare le strutture tettoniche profonde, sulla base dell'analisi della distribuzione ipocentrale. Vengono utilizzati anche i meccanismi focali di alcuni terremoti, per individuare la cinematica e il relativo campo di stress tettonico responsabile della genesi delle strutture e degli eventi sismici ad esse associati. Sulla base dei dati bibliografici inerenti all'assetto strutturale dell'edificio orogenetico e dei dati sismologici (distribuzione ipocentrale e meccanismi focali), l'Appennino settentrionale viene suddiviso in fasce longitudinali all'asse della catena corrispondenti alle differenti classi sismotettoniche (aree omogenee dal punto di vista tettonico, sismico e dei meccanismi di rottura delle rocce). Inoltre, attraverso lo studio della distribuzione ipocentrale, sono state individuate differenti superfici profonde con assetto orizzontale ed estensione variabile a seconda dell'importanza su scala regionale. Viene individuata una superficie orizzontale alla profondità di 10 km presente su tutta l'estensione della catena appenninica, mentre altre superfici a profondità variabile, presentano un estensione locale. Obiettivo ultimo dello studio è quello di proporre un modello sismotettonico che definisce le relazioni tra le strutture tettoniche profonde, l'orientazione dello stress attuale (che origina le superfici di scollamento) e la distribuzione degli eventi sismici.
Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro...
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